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(1) NUMERI DI TAVOLA TIPOGRAFICI sistema DLR (fino al 1880)

(2) NUMERI DI TAVOLA TIPOGRAFICI sistema Italiano (dal 1880)

(3) INDICAZIONI GRUPPO/DATA (1925-1928)

(4) NUMERI DI CILINDRO ROTOCALCOGRAFICI

(5) NUMERI DI TAVOLA CALCOGRAFICI

(1) Nei fogli dei primi francobolli tipografici, stampati a Londra da De La Rue, troviamo due numeri. Il primo numero, stampato con cornice rettangolare, costituisce il “numero di tavola”. La tavola tipografica originaria, chiamata anche “lastra madre”, essendo soggetta ad una rapida usura non veniva utilizzata per le stampe. La lastra madre conteneva un numero di tavola, con cornice rettangolare. La lastra utilizzata per le stampe tipografiche era una duplicazione dalla lastra madre; quando questa non era più idonea per essere utilizzata, perchè usurata, si procedeva a realizzare una nuova lastra di stampa, con un'ulteriore duplicazione. Il secondo numero, stampato in negativo su un cerchio (a volte un ovale), rappresenta il numero della duplicazione della lastra. Il numero negativo è progressivo e parte da uno: la prima lastra realizzata per un determinato francobollo ha il numero 1; la seconda lastra ha il numero 2, e così di seguito.


(2) Il “sistema De La Rue” di numerazione delle tavole è stato mantenuto dall'Officina Carte Valori di Torino per molti anni, fino al 1880. Dal 1880 la numerazione delle lastre tipografiche è costituita da un solo numero progressivo, senza cornici; scompare il numero in negativo. La lastra madre di un determinato francobollo era priva del numero di tavola, che veniva inserito soltanto nella lastra di stampa, ottenuta duplicando la lastra madre. Il numero di tavola più basso conosciuto è il 1111, inizialmente sono stati utilizzati caratteri tipo bodoniano; dal numero 11000 i caratteri sono di tipo bastoncino. Per stampe tipografiche a due colori l' OCV effettuava due passaggi di stampa con due diverse lastre tipografiche; in questi casi compaiono nei fogli, a volte, due diversi numeri di tavola.


(3) Il sistema di numerazione adottato dall'OCV di Torino ha avuto una breve parentesi tra la fine del 1925 ed il 1928, quando è entrato in funzione il nuovo stabilimento OCV di Roma, che stampava carte valori contemporaneamente a quello di Torino. Nei fogli stampati a Roma sono scomparsi i numeri di tavola ed è stàta inserita una scritta, ancora oggi da decifrare, GRUPPO seguita da un numero, da una DATA e, a volte, ulteriori numeri. Non si tratta di numeri di tavola in quanto esistono indicazioni diverse anche con la stessa data, applicate evidentemente sulla stessa lastra.


(4) Il 28 ottobre 1928 fu inaugurato lo stabilimento del Poligrafico dello Stato, sito a Roma in piazza Verdi, ed entrarano subito in funzione due macchine rotative Goebel a 2 colori. Per la maggior parte delle carte valori stampate dal 1928 si è utilizzato la stampa rotocalcografica basata su dei cilindri di stampa, uno per colore, che potevano essere montati sulla macchina Goebel. Per molti anni questi cilindri presentano un “numerino” posto solitamente vicino al 91° esemplare del “quartino”, seguito da uno, due, tre o quattro puntini, che indicavano il quartino stesso. Raramente il Poligrafico ha utilizzato nella Goebel entrambi i colori; in questi casi compaiono due numerini, una per cilindro. La numerazione dei cilindri parte dal numero uno.


(5) Dai primi anni del novecento alcuni francobolli sono stati stampati in calcografia. Le lastre calcografiche utilizzate hanno una numerazione progressiva, che parte dal numero 1. Anche per le stampe calcografiche a due colori erano necessari due passaggi di stampa, con due diverse lastre calcografiche; in questi casi compaiono del foglio due diversi numeri di tavola.